Quel giorno non aveva voglia di fare nulla, avrebbe passato la giornata tra il letto e il divano, tra Netflix e il suo libro. Non c'era nessuno e se qualcuno avesse provato a invitarla da qualche parte si sarebbe data per malata. Adorava stare a casa tra le sue cose, i suoi libri e il suo divano. Il giorno prima aveva fatto scorta di dolci, patatine, focaccine, merendine. Una giornata all’insegna della comfortzone, del comfort food e del confortevole far niente.
Si era alzata tardi, l’unica mansione della giornata era prepararsi un brunch natalizio, invece della cheescake, un paio di fette di panettone. All’albero di Natale avrebbe pensato domani.
Si dedicò alla lettura di Anna Karenina per un paio di ore mangiucchiando un po’ di patatine.
Dopo una doccia calda e rilassante si sdraiò sul divano con la fedele coperta e iniziò un rewatch di Friends. Tempo 10 minuti e cadde in un sonno profondo.
Le vibrazioni del telefono la riportarono alla realtà quasi 3 ore dopo.
- Ehy dove sei?-
- Dormivo sul divano, ciao Giul -
- Ti ho svegliata, scusa -
- Ma che ore sono?
- Quasi le 18 -
- Le 18? Devo essere svenuta -
- Io non esco più con Marty, vieni a bere qualcosa con le altre? -
- No, oggi sto a casa -
- Dai pigrona -
- Venite voi da me, ho da bere per tutte e possiamo ordinare al cinese qui sotto -
- Ah mamma mia! Sento le altre, guarda il gruppo! -
Dopo estenuanti tira e molla Gaia riuscì a convincere le amiche a raggiungerla a casa a patto che offrisse tutto lei, non se lo fece ripetere due volte.
L’appuntamento era per le 19.30, con una finestra di ritardo di 30 minuti massimo, orario in cui la prenotazione sarebbe stata pronta per essere ritirata.
Oltre a farsi carico della cena, Gaia preparò tre caraffe con Spritz, Moscow Mule e Gin tonic, mise in forno pizza e focaccia e preparò dell’hummus.
- Così quelle rompicoglioni non potranno lamentarsi, manco in Corso Como, trovano sto servizio -
In effetti le amiche non ebbero nulla da eccepire e tutto sommato non si pentirono di essersi fatte convincere da Gaia.
- E ora chi se lo mangia il cinese? Io sono già piena -
- Bevici su - disse Gaia versando dell’altro gin tonic a Silvia
- Nono, devo guidare basta -
- Maddai, hai ancora tutta la sera davanti e la cena. Inoltre vi ho preparato il letto di là, stasera restate tutte qui -
- Wow un pigiama party - disse Giulia
- Giul tu invece basta con quel Moscow Mule che sei già ubriaca -
- Ma ho tutta la sera e tutta la cena davanti e poi resto qui a dormire -
- Ma Martina dove l’hai lasciata? -
- Ha avuto un contrattempo - disse con poca convinzione Giulia
L- ’hai paccata vero? -
- Ma no - disse sempre meno convinta
- Oh l’hai paccata eccome! -
- Ma no, solo che c’erano i tempi un po’ stretti, avremmo dovuto fare tutto di fretta e allora ho pensato fosse meglio rimandare -
- Facciamo finta di crederci -
Dopo la cena e con un tasso alcolico decisamente alto, Gaia propose di riprendere la sfida eterna senza inizio né fine, la gara che le vedeva dividersi in due fazioni agguerrite, dove gli animi si accendono, le parole volano e non si guarda in faccia al nemico.
- E’ l’ora di Tabù - gridò Gaia
In un attimo tirarono fuori tabellone, carte, pedine e clessidra.
Gaia e Giulia contro Silvia e Liliana.
I primi giri videro le due squadre testa a testa
- Ok, questa parola ha a che fare con me. Io sono? - disse Gaia per suggerire la parola da indovinare a Giulia
- Una cretina? -
- Cosa faccio per vivere -
- Schifo? -
- Fine del tempo - urlò Silvia brandendo la clessidra
- Maddaii -
- Ma avevamo 3 secondi e siamo in netto vantaggio - disse ridendo Giulia
- Ma se siamo pari! Non vale è ubriaca ammerda! - protestò Gaia
- Oh sei tu che hai voluto giocare - disse Silvia
- Facciamo una pausa, vi va un caffè? - disse Lil
- Io americano -
- Allora questa non era valida - disse Gaia
- Col cavolo - disse Silvia
- Ragazze calmatevi o non gioco più, possibile che vi scannate ogni volta che giochiamo a tabù? Amore piuttosto guarda il cellulare che tra poco esplode -
Silvia si arrese e ascoltò la fidanzata e andò a guardare il cellulare abbandonato per terra con l’alimentazione attaccata.
- Oh cazzo - gridò Silvia
- Che succede - dissero in coro allarmate Liliana e Gaia
Silvia tornò da loro mostrando lo schermo del telefono.
Una foto da parte di Bea
- E’ lei! - disse Silvia
Nella foto si vedeva Lucrezia con accanto una donna con i capelli lunghi biondo cenere.
- Cazzo - disse Gaia
- Credo che siano all'aperitivo di cui ti dicevo, aspetta le scrivo - disse Silvia
La risposta non si fece attendere, erano proprio lì.
- Che aspetti? Vai li - disse da dietro le loro spalle Giulia
Ci fu un attimo di silenzio, anche se appariva serena le amiche sapevano cosa stesse provando la ragazza.
- Giul, non fa niente, continuiamo a giocare - disse Gaia
- Che dici? E’ tutto ok, vai li e risolvi questo mistero, sto bene, davvero -
- Va bene andiamo con la mia macchina - disse Gaia
- Col cavolo, non puoi guidare con tutto quell'alcol in corpo, ho già prenotato un passaggio -
- Meno male che non ti andava di uscire - disse Silvia
- Sempre a perculare tu! -
- Ho scritto a Bea di aggiornarci se se ne vanno, ma dice che si sono spostate nell’altra sala e hanno appena ordinato da bere, quindi dovremmo avere tempo prima che se ne vadano -
La macchina fu da loro in 10 minuti andarono solo Silvia e Gaia. Giulia non se la sentiva e Liliana decise di stare con l’amica.
Venti minuti dopo si ritrovarono all’ingresso del locale.
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