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9 Dicembre

Aggiornamento: 10 dic 2024

- In che senso non era lei? -

- Nel senso che a momenti mi faccio ammazzare e lei non era lei -

- Ma come è possibile? - disse Giul

- Sembrava lei dalla foto - disse Sil

- Scema io che mi fido di quelle due -

- O forse una foto di spalle non era il massimo in effetti - disse Lil

- Sembrava lei di spalle - disse Sil

- Ripeto scema io -

- Eddai, intanto hai una nuova spasimante - sogghignò Sil

- Cioè? - chiese Giulia

- Oh! ha conquistato il cuore di una delle ragazze transessuali -

Sil non si fece pregare due volte e raccontò di come Jessica avesse baciato Gaia, così all’improvviso, davanti a tutte e di come le avesse detto di scriverle.

- Un momento fortunato Gaia -

- Oh guarda che fortuna, a momenti finisco ammazzata -

- Ma piantala che non hai un graffio -

- Esternamente, ma la mia anima è ferita -

- Andiamo a dormire va - disse Giulia tirando Gaia verso la camera da letto.


Sil e Lil si infilarono sotto le coperte

- Se ripenso che siete uscite solo per prendere freddo e botte non so se mi viene più da ridere o da piangere - disse Lil

- Lascia stare! Quando abbiamo visto che la tipa non era lei, volevo morire -

- Povere! Ma quindi che combina Lucrezia? -

- Mi sono fatta la stessa domanda, anzi l’ho fatta a Bea e a Lau -

- Cioè? -

- Ho chiesto loro se avessero visto quelle due in atteggiamenti intimi -

- Eh? -

- Amore quanto sei curiosa? Perché invece di pensare agli atteggiamenti intimi delle altre, non pensi ai nostri atteggiamenti intimi? - disse baciandola


Dormirono tutte fino a tardi, piano piano si ritrovarono in cucina alla ricerca di caffè per poter sopravvivere all’hangover.

- Sai cosa? - disse di botto Silvia

tutte si girarono a guardarla

- Secondo me dovresti metterlo sotto l'albero e lasciare che il Natale faccia la sua magia -

La ragazza prese il biglietto con la cornice dorata e lo pose delicatamente sotto l’albero di Natale.

- Ma vaffanculo va - scoppiò a ridere Gaia


Dopo essersi riprese dalla serata precedente e rifocillate a dovere si diedero appuntamento per la sera successiva. Si sarebbero ritrovate con alcune amiche a leggere insieme Carol, da brave lesbiche. Il film lo avrebbero guardato alla fine della lettura del libro durante il quale sarebbero partiti commenti da spogliatoio e la lotta al patriarcato per quelle ore sarebbe stata sospesa. Il wapa-book-club, fu un'invenzione di Silvia, così ci diamo aree da intellettuali e troviamo le fidanzate a Gaia e a Giul, aveva detto.

- Io mi starei vedendo con una - disse Giul

- Ah quindi tu e Martina state insieme, lo ammetti - disse Gaia

- Ho detto che mi ci sto vedendo, non che si sto insieme -

- Giul non ti facevo una che tiene il piede in due scarpe, birichina - disse Silvia

- Ha parlato la multitasking! - disse Gaia in difesa di Giulia

- Ehi, sono una signora per bene io! -

- Sì, da quando c’è Lil che ti ha fatto mettere la testa a posto - ribatté Giul.


Quando le ragazze se ne andarono da casa sua, Gaia si trascinò sul divano con la testa che le scoppiava.

- Non ho più l’età per queste stronzate -

Il corpo era dolorante, aveva qualche livido sulle braccia di cui non si era accorta fino a quel momento.

Prese un antidolorifico e si addormentò.

Si risvegliò un po’ intontita ma almeno il mal di testa era passato. Guardò le notifiche sul cellulare. Alcuni messaggi sul gruppo, qualche mail commerciale, qualche like su Instagram.

Cazzeggiò distratta tra le stories.

Provò a cercare ancora Lucrezia, l’account era ancora bloccato:

- Ovvio, stupida -

Provò a cercarla su Facebook, account aperto ma fermo a 5 anni prima.

Provò ancora a cercare le amiche di Lucrezia e a guardare tra i loro following e follower, niente da fare.

Tornò alle sue stories, per verificare le prestazioni del suo profilo, segretamente sperava di trovarla nell’elenco fra coloro che avevano visto i suoi contenuti, ma anche quella speranza si infranse, come tutte le altre.

- Ma non potevi lasciarmi il tuo numero, come una persona normale? -

Quel pensiero ne fece nascere un altro. 

- E se fosse una psyco? -

Doveva essere così, pensò. Analizzò tutta la serata, seguirla fino al terrazzo, sedurla, portarle via il calendario e lasciarle quel messaggio. Come pensava potesse ritrovarla? Poi esce con una e va a intrattenersi con un’altra.

Piano piano in lei si fece strada l’idea che quella donna avesse qualche problema.

Si disse di metterci una pietra sopra e che in fondo in fondo l’aveva scampata bella.

La sua quota psyco l’aveva già avuta, abbondantemente e di certo non voleva aggiungerne un’altra. Abbandonò quindi l’idea di trovare quella donna.

Le scese un po’ di tristezza, quella avventura di una notte e la ricerca di quella ragazza le aveva fatto provare un brivido. Ultimamente si sentiva spenta e annoiata dalla sua vita a cui era certamente grata. Si trovò cambiata nel gettare la spugna. Una volta si sarebbe buttata a capofitto, comportandosi lei da vera psyco provetta. 

- Non ho più l’età per queste stronzate - 

Guardò il bigliettino posato sotto l’albero da Silvia, sorrise malinconicamente, ma con la consapevolezza di aver avuto la meglio su una sua debolezza. Aveva curato quella necessità spasmodica di avere una persona accanto. Amore a tutti i costi, anche quando il prezzo da pagare era davvero alto. Aveva accettato cose che non aveva mai pensato di poter fare. Ora quella sua arrendevolezza le pareva una dolce carezza.

Si alzò dal divano, prese il biglietto e lo gettò nel cestino.

In fondo il suo Natale aveva già avuto il suo miracolo. 


Andò in cucina, ci voleva un buon tè caldo, diede ancora un’occhiata alle notifiche di Instagram. Digitò il nome dell’account che le aveva sussurrato la dona transessuale. Guardò il suo profilo che era tutt'altro che privato. Cliccò su invia messaggio.

Pensò a cosa scrivere, digitò qualche parola sulla tastiera.

Ma no -

Cancellò tutto, mise il telefono in modalità aereo e riprese la sua copia di Anna Karenina.



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